Il 28 e il 29: numeri baciati dalla fortuna (?)

Fintanto che l'approccio al gioco d'azzardo è impostato sui criteri della matematica e la condotta di gioco sulla mera tecnica, i risultati che si otterranno saranno lo specchio di quello che la matematica impone, senza scostamenti significativi dal valore atteso.
Da lì non si sfugge.
L'osservazione spiazzante di The nuts è una bella secchiata di acqua gelida in faccia a chi cerca conforto stringendo la coperta di Linus.
Se assumiamo per un attimo che il sistema complesso, mosso dall'interazione di più soggetti, finisca per riprodurre e rispecchiare la psiche collettiva, non è peregrina l'idea che il trittico 29 7 28 venga notato da giocatori predisposti a quel tipo di osservazione.
Come pure il microsettore 26 0 32: per chi si avvicina al tavolo, lo 0 rappresenta un attrattore di pensieri, per lo più negativi, una sorta di voragine o buco nero che azzera le puntate: visto come simbolo, esso esercita un potere maggiore rispetto a qualsiasi altro numero sulla ruota.
Ma lo stesso potere attrattivo può essere esercitato da altre combinazioni, che poi si traducono in altrettanti luoghi comuni: il 13, 31 e 33 si chiamano a vicenda, la sortita dell'8 chiama il 10 e l'11, il 2 è legato al 22 e viceversa, il 30 al 36, etc.
Memoria selettiva, certamente.
Ma per il solo fatto di essere sintonizzati su queste combinazioni, il giocatore tenderà ad intercettare il momento in cui esse sono in procinto di realizzarsi.
La matematica ci dice che la distribuzione dei numeri è casuale ed equiprobabile. E ciò è vero.
Ma noi in quel momento non stiamo facendo un esperimento di matematica, stiamo giocando con noi stessi. E nel gioco continueremo sempre a trovare noi stessi.