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kruger.
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Quello che mi sorprende, e che accade solo qui, è che la maggior parte dei
partecipanti equivoca sul significato di forum. Sembra che chi partecipa
debba spiegare dettagliatamente la propria metodologia altrimenti non è
gradito, non risponde ai requisiti.
Ergo che la quasi totalità degli iscritti non conosce il significato della
parola forum e la confonde con un' altra parola latina "officina" che significa
lavoro di gruppo, laboratorio.
Sono due cose completamente diverse e fino a che non verrà cambiato il termine,
sono più in tema coloro che vogliono partecipare a discussioni sulla roulette
di carattere generale per pura cultura, come il sottoscritto, che coloro
che intravedono nel mezzo un laboratorio comune.
Sono sicuro che ci sono altri, che come me hanno risolto da anni il problema
della vincita alla roulette, e hanno voglia solo di leggere ( e magari scrivere)
interventi interessanti, come quelli che scrivevano una volta marco1 e
mailer e che adesso si sono esauriti senza un ricambio degno di nota.
Posso assicurarvi una cosa, e credetemi che è la pura verità dato che l' ho
provato personalmente, quando si arriva alla soluzione, e costa molta fatica,
non solo non la si venderebbe per tutto l'oro del mondo ( scordatevi un venditore
con la soluzione) ma non si fornirebbe la spiegazione neanche al migliore amico, figuriamoci
l'ipotesi di renderla pubblica attraverso un sito web a sconosciuti, è follia pura.
Dare invece delle indicazioni, come io ho fatto più volte, rientra invece
nello spirito di un forum e nella logica degli scambi interpersonali.
X Lutrec
Difficile risponderti con un si o con un no come mi chiedi, perché VB non è
ipotetico come D'Alost e Sadia, ma precisissimo, e risponderti con un si
significherebbe che io applico il grande Van alla lettera, cosa non vera.
Posso risponderti che c' è un contributo di Van Bockstaele nel mio metodo,
anche se la vera ispirazione base ( più di 25 anni) fa l' ho avuta da Martin
Gal.
Molti autori storici sono fondamentali per la stesura del mio gioco, D'Alost
e Sadia per la loro grande intuizione sulla mobilità della permanenza, Martin
Gal per la dimostrazione matematica e statistica che lo scarto è continuo e
sempre presente, Van Bockstaele per i meccanismi di preservazione di parte
del guadagno e per un suo sistema che considero basilare.
Ma se considero tutto il loro contributo collettivo, non è che il 20% del
mio sistema, il resto è farina del mio sacco, e questo proprio per l'errore
madornale e imperdonabile dei suddetti autori, ovvero la ricerca di più
colpi vincenti (o di almeno la parità) con quelli perdenti.
Chiunque parte da questa ottica è destinato ( prima o dopo) a fallire.
Finchè si ricerca un plusvalore in un sistema che non può darlo si commette
l' errore di voler scalare un muro di 10 metri con una scala di 5, la scala
può essere in ottimo stato e molto stabile, ma non ha la lunghezza sufficiente.
E voglio ricordare che anche la ricerca della parità è in realtà la ricerca
di un plusvalore, di ben 1,35% per le semplici, ovvero la scala di 5 metri
appoggiata al muro di 10.
Cambiare un punto di vista così radicato e inculcato da secoli è molto difficile,
accade che il soggetto si sforza ma non entra in una logica nuova, che è
appunto quella di non dare nessun peso a questioni da sempre considerate
fondamentali, come ottenere più colpi vincenti, o di stabilizzare una permanenza.
Io ci sono arrivato 25 anni fa e in più di 500000 colpi giocati non ho mai
perso il capitale (in numero di pezzi) di partenza, ovvero il "salto".
Cosa che sto quasi aspettando con una certa ansia dato che avevo previsto
che lo avrei perso un numero medio di volte, e che ormai potrei permettermi
di perdere anche 1000 volte.
Kruger
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