| Tratto da un lavoro di MISERANDINO:
LA RELAZIONE TRA I SINGOLI COLPI
Per poter comprendere con pienezza il concetto di Probabilità, occorre prima sgombrare il campo da false teorie e da affermazioni fatte da coloro che, avendo frainteso alcune delle leggi matematiche sulle quali si basa il calcolo delle probabilità (non avendo dunque recepito l’avvertimento, prima menzionato, fatto da A. Einstein), hanno messo in bocca ai veri matematici, attraverso libri o documenti vari, affermazioni da questi mai pronunciate provocando, senza volerlo, una confusione notevole in coloro che tali scritti hanno letto e, che molto spesso, non essendo in possesso di un’adeguata preparazione scientifica, da essi si sono lasciati influenzare. Per convincere i lettori su questo fondamentale punto, mi sembra molto opportuno lasciare la parola ad un eminente matematico del passato: Gaston Vessillier, non senza ricordare però, prima, che l’opera di questo grande studioso di Roulette, fu oggetto di approfondimento e di favorevole considerazione, da parte di altri autorevolissimi scienziati quali Henri Poincarè od Henri Daniel. Vessillier affermò, riguardo la relazione fra i colpi:
“E’ necessario intendersi subito sul termine “matematico”. Si può ammettere che esistano in Francia moltissime persone che hanno spinto lontano lo studio dei matematici: si tratta di professori, diplomati e dottori,funzionari, ingegneri, etc… Su tale considerevole numero, c’è solo un esiguo gruppo di matematici. Esiste infatti un abisso tra l’aver appreso, compreso ed anche insegnato la matematica, ed essere un matematico. Il matematico può essere definito come l’uomo il cui cervello è animato da puro spirito geometrico, il quale lo conduce a studiare la matematica, le altre scienze ed anche la letteratura per estrarre da esse la quintessenza, apportare innovazioni nei vari campi ed arrivare, finalmente, per una sorta di sintesi enciclopedica, alla filosofia. Chi dice matematico dice filosofo. E’ impossibile trovare, nel corso dei secoli, un filosofo che non sia stato anche matematico. Comunemente si confonde filosofo e psicologo e molti psicologi sono chiamati filosofi dalla gente, benchè ne abbiano solo l’apparenza. Ugualmente la gente spesso attribuisce la definizione di matematico a persona capace di eseguire mentalmente difficili calcoli, quando non vi è nulla in comune tra questo, semplice operaio del calcolo e quello che, nella scala delle intelligenze, deve essere considerato come un’eccezione. Ciò che è indispensabile stabilire è, non tanto l’opinione di quelli che hanno semplicemente studiato la matematica e che non sono forse in grado di formulare un’opinione autorizzata, bensì quella del ristretto numero di matematici i quali, ed unicamente loro, hanno diritto di esprimere un parere in merito. Ora essi sono d’accordo nel dichiarare che esiste un legame tra un colpo determinato e, da una parte, i colpi precedenti e, dall’altra, i colpi seguenti e questo legame si chiama probabilità”.
Questo, quanto afferma Vessillier. Ma io aggiungo di aver conosciuto autentici laureati in matematica, che non vogliono riconoscere il legame esistente tra i colpi; allora qual è la verità?. La chiave di tutto sta sempre nella famosa frase di A. Einstein precedentemente riportata. Se applichiamo alla probabilità, quanto affermato dallo scienziato, capiremo tutto. Infatti il legame esistente tra i singoli colpi in un insieme di gioco, è una realtà oggettiva (statisticamente reale), che contrasta con la legge matematica dell’indipendenza assoluta dei singoli colpi; dall’altro lato, l’indipendenza assoluta dei colpi è un concetto matematicamente vero ma che non si riferisce alla realtà (cioè all’indiscutibile legame tra i colpi espresso dalla probabilità). Il concetto d’indipendenza è riferito al singolo colpo, non all’insieme dei singoli colpi; negare il legame (quindi la probabilità) è come negare lo stesso concetto di insieme, che è il principio più elementare della matematica come più avanti vedremo. Sono veri entrambi i concetti: l’indipendeza vale solo per un giocatore che assisterà ad un solo colpo nella sua vita (sarà mai esistito?); la dipendenza sarà valida per quel giocatore che assisterà da due colpi in poi. Immaginatevi, dice ancora Vessillier, una casa in costruzione: un muratore mette un determinato mattone in un determinato posto, senza affidare la scelta al caso. Però se quel determinato mattone fosse stato collocato in un’altra qualsiasi parte, l’architettura finale della casa non ne sarebbe minimamente alterata. Ebbene, la probabilità è come l’architettura di una casa: è la dominante generale. Per il primo colpo uscito, senza considerare lo zero (ad es.nel Rosso e Nero), la probabilità è di 1/2 ; per il secondo colpo uscito, la probabilità è sempre di 1/2 , ma per l’insieme architettonico dei due colpi è di 1/4 pari al prodotto delle due probabilità; al terzo colpo uscito la probabilità è sempre di 1/2 , ma per l’insieme architettonico dei tre colpi usciti la probabilità è di 1/8 pari al prodotto delle precedenti probabilità; e così via. Ecco, quindi, che il legame tra i colpi, è racchiuso nella parola “prodotto”, cosa che non sarebbe vera se si adottasse l’ipotesi del caso. Uno dei più grandi matematici della storia, l’olandese Christian Huygens (1629 – 1695), affermò: “Niente è più bello che scoprire regolarità in quei fenomeni che, essendo dipendenti dal caso, sembrano non possedere alcuna regola”. Ma se non esistesse nessun legame tra gli eventi aleatori, come potrebbe esistere una qualunque regolarità tra gli stessi?. Evidentemente non tutti conoscono quella che noi definiamo “legge delle figure”; perché se così fosse non potrebbero più negare il legame tra i singoli colpi. Infatti, come potrebbero essere equiprobabili nelle chances semplici le 4 figure da due colpi, le 8 figure da tre colpi, le 16 figure da quattro colpi etc., se non esistesse un legame che, attraverso il triangolo binomiale, potremmo definire come “piramidale”?. Anche se approfondiremo nel corso del documento questi discorsi, era necessario fare un simile chiarimento fin dall’inizio perché, penso, se non esistesse nessun legame fra i colpi, non sarebbe nemmeno possibile elaborare nessuna strategia di vincita alla Roulette. Così dunque, come per scalare una montagna ed arrivare alla vetta, è necessario procedere lentamente appoggiando i piedi in punti saldi per evitare di cadere, anche nello studio che ci proponiamo di effettuare, è assolutamente doveroso appoggiarsi alle conclusioni dei più autorevoli e seri studiosi del passato, evitando false teorie proposte da personaggi di non tanta chiara fama, se vorremo infine arrivare, passo dopo passo, allo scopo che ci prefiggiamo con questo documento: mostrare qual’ è la strada per battere la Roulette. |
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