Invito

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  1. costanzo
     
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    x marco1,

    chiedo scusa ancora perchè sono io quello che si esprime in maniera errata.
    intendevo dire che se tu ritieni poco affidabili le rilevazioni fatte direttamente al casinò, senza l'ausilio di filmati che ci permettono di valutare meglio ciò che accade, io lo accetto senza alcuna remora.

    vorrei anche farti sapere che grazie ad un amico, sono anche io in possesso di oltre un'ora di lanci filmati e la visione del filmato non ha fatto che confermare le mie deduzioni.

    le rilevazioni che vado a fare al casinò,mi stanno servendo da allenamento per una visione dal vivo e conseguente valutazione circa la possibilità di attuazione della procedura nella realtà.

    lupin33, a mio modo di vedere ha espresso un concetto che indirettamente ti ha risposto , mi riferisco al passaggio dove parla di punto di correzione e posizione del settore in relazione al punto di correzione oltre all'accenno che fa sul momento migliore per cogliere indicazioni precise su dove la pallina andrà a cadere.

    io penso di avere concluso qui i miei interventi in questo post non avendo altro da aggiungere a ciò che ho già detto.
    spero di aggiungere qualche altra tessera al mio mosaico sfruttando le indicazioni che potranno venire con gli interventi di lupin,konrad e paul55, eventualmente interverrò per fare delle domande qualora dovessi avere delle difficoltà a capire ciò che intendono.

    ciao
     
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  2. Lupin333
     
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    Vorrei confrontarmi con voi su un aspetto. Molte considerazioni muovono dall'errata considerazione che si ha della "mano del Croupier". Premesso che ognuno è sempre libero di interpretare le cose come meglio crede, vorrei tentare di approfondire questa cosa. Che diavolo è la mano del Croupier? Se consideriamo la roulette fisica nelle due variabili principali che la contraddistinguono e che precedono la caduta [ossia giri della pallina e giri del piatto] è semplicemente un insieme di rapporti, aldilà dei rotolamenti vari. Spiego.

    Soffermiamoci dapprima sui giri-pallina. Ogni Croupier da luogo a lanci la cui quantità di giri completi non può che essere diversa di lancio in lancio, per ovvie ragioni. Anche se generalmente il picco massimo lo otteniamo fra 9 e 13 giri per lancio, non possiamo mai sapere a priori quale termine sarà toccato. Significa che per logica, scrupolo e buon senso, siamo costretti a considerare non meno di tre termini diversi: ossia il valore più frequente, supponiamo 12 giri, e almeno uno scarto in eccesso ed uno in difetto, dunque 11, 12 e 13 rotazioni. Questi tre valori rappresentano proprio il minimo plausibile. Ora dovete immaginare che in circa mezz'ora un Croupier compie 15 lanci o poco più a seconda dell’affollamento. Pensate che un Croupier possa lanciare per 15-18 volte compiendo sempre [ad esempio] 12 giri esatti prima dello stacco dalla galleria? Ovviamente no, nella pratica avremo sempre due o tre valori diversi per l'intera sessione.

    Per il piatto il discorso è lo stesso. Se definiamo un punto qualsiasi per stabilire i giri che questo compie [diciamo lo zero in un punto esatto per darci uno start] otteniamo una dinamica ancor più delicata ed estremamente diversa da quella della pallina, perché al piatto basta davvero poco per fargli compiere un giro in più, tre giri in più, due giri in meno...ecc. il che si traduce in una velocità sensibile anche al più piccolo cambiamento di spinta. Ma per semplificare tutto il ragionamento e per restare sempre al minimo della coerenza, diciamo che anche per il piatto la quantità di giri non può toccare meno di tre termini diversi fino allo stacco dalla galleria. A questo punto penso cominci ad essere evidente a tutti cosa sia davvero la roulette fisica, e cosa intendo.

    Quella che volgarmente chiamiamo "la mano del Croupier" non esiste come entità a sé, perché non è altro che uno dei rapporti possibili che possono venire a crearsi fra queste due variabili. Per determinare quale rapporto sarà implicato in un lancio, è necessario aspettare la fine del lancio e contarli. In fase di test, per avere chiara questa situazione, è necessario contarli separatamente. Una persona conta i giri della pallina e l'altra i giri del piatto [ma anche una stessa persona può condurre lo stesso esperimento, dividendo il test in due momenti]. Alla fine apparirà chiaro ciò che dico. Qualunque sarà l'entità dei rotolamenti e qualunque sarà il rapporto chiamato in causa, avremo che ogni dinamica imprevedibile del lancio sarà inclusa in esso, nel rapporto stesso. Era qui che volevo portarvi. Una volta chiarita questa situazione, e accettato il fatto che parliamo di rapporti invece che di “tocco magico”, diviene fisicamente più corretto interpretare i lanci in questa maniera, perché è proprio questa la sola condizione reale, quella che succede davvero [sia che ne prendiamo atto oppure no]. Ma essa non è mai stata indagata come tale. Io invece ci ho puntato molto.

    Per tornare all'esempio di prima, abbiamo introdotto solamente 9 rapporti, ossia 3 valori possibili per i giri pallina x 3 valori giri piatto. Questi 9 rapporti rappresentano proprio la base di partenza per qualsiasi Croupier incontriate nella vostra vita, perché il ragionamento è impostato al minimo. Poi però vanno moltiplicati per il tipo di suddivisione che si intende fare del piatto. Chi dividerà il piatto ipoteticamente in 2 settori da 18 avrà 9*2 = 18 rapporti possibili di ampiezza chance su cui indagare; chi dividerà ipoteticamente in 4 settori da 9 avrà 9*4 = 36 rapporti da considerare. Per chi non è solito guardare i vari step o a interessarsi di tutte le dinamiche fisiche di un lancio, esistono addirittura gli estremi per un gioco meramente statistico, con la certezza [se il lancio finale sarà incluso nel totale dei rapporti considerati] di aver incluso in esso qualunque variabile ignota. Infatti è vero che uno stesso Croupier tenderà a collocarsi entro una media fra questi rapporti [questo si che é naturale] come è altrettanto vero come sottolineato da Konrad che ogni Croupier tenderà ad avere una velocità di insieme per ciò che concerne le sue operazioni. Ma ciò non diminuisce di una sola virgola la quantità di rapporti totali, e sono solo questi che contano. La mano del Croupier è circoscritta in n rapporti.


    X Marco,
    le nostre ricerche misero a nudo praticamente le tue stesse conclusioni, le tue stesse perplessità, il punto non è quello. I dati in nostro possesso evidenziarono proprio l’aspetto per me più rilevante, ovvero lo stacco dalla galleria e tutto ciò che segue. Fino a quel momento l'allarme accorato che lanciai al mio socio non fu accolto con la giusta preoccupazione [ironia della sorte l’attrezzatura era sua…]. Finì tutto in un “non è possibile senza elettronica di sorta, molliamo tutto” ecc. In realtà non ne ero del tutto convinto, ma dato che ormai si viaggiava su binari diversi, decisi così. Lui continuò lo stesso perdendo tutto, io cambiai rotta.

    Non ho dubbi sulle difficoltà umane nei confronti di questo gioco, né sul fatto che questo è risolto solo con strumentazione adeguata, le tue perplessità sono state anche mie. Tuttavia sia il gruppo di Konrad, sia le prove effettuate da me, indicano che con dei settori qualcosa è possibile. Il motivo? Ho potuto appurarlo solo in seguito attraverso prove dirette, ma la somma degli ostacoli che incontra la pallina dopo la zona di caduta rispetto a quella che avrebbe dovuto seguire se non avesse incontrato impedimenti, non sempre raggiunge il 100%. Per questo esistono possibilità. Non posso giurare sul metodo migliore per poterle sfruttare, ma faccio ciò che posso.

    Se ci riferiamo alla posizione del piatto quando la pallina si stacca, allora la più piccola differenza della sua posizione farà cambiare totalmente l’uscita di un numero, e questa è una cosa ben accettata da me da circa dieci anni. E dal momento che non è possibile utilizzare questo parametro come previsione pura, ho cominciato a chiedermi se tutto finiva li, se non avessi potuto tentare altro, o semplicemente se era giusto liquidare la faccenda con una video camera che in fondo non faceva altro che imporre i suoi giusti limiti nei confronti di numeri pieni, per una precisione da numero pieno, lasciando forse un piccolo margine con porzioni più ampie. Ho introdotto i settori non solo per allargare i margini di errore, ma proprio come strumenti di controllo. Era possibile riuscire a sfruttare queste porzioni? Il fatto che nella prima fase un lancio sia indiscutibilmente fisico, e nella seconda perda quasi tutto rende il lavoro vano?

    La connessione fra questi due momenti distinti, impone da una parte la bontà del punto di caduta, dall'altra il saper circoscrivere l'entità dei rotolamenti in margini o settori quando il lancio in questione non è nullo [e con questo intendo un lancio che non abbia quel tipo di rimbalzi tali da far montare la pallina sulla campana centrale e mandarla da tutt'altra parte rispetto al punto di caduta]. Se proviamo ad osservare un lancio "normale" allora abbiamo che in una sessione di un impiegato, almeno la metà dei lanci non appartiene a questa categoria, ossia seguono un andamento [fra urti e rotolamenti] che si poteva supporre entro una certa misura naturale di decelerazioned. Questo di per sé alza la bontà della deviazione standard nel punto di caduta. Significa che tutta la serie di difficoltà successive alla caduta è si imprevedibile, ma circoscrivibile entro margini la cui bontà è in relazione solo alla correttezza del punto di stacco-caduta.

    Domanda: che percentuale di errore possiamo attribuire alle losanghe nei confronti del punto di caduta in cui punta la pallina dopo lo stacco? Può farla variare di 3-4 numeri al massimo, o almeno nella maggioranza dei casi. Parliamo di un errore che varia fra l’8% e il 10%, accettabile. Altra domanda: che entità di rotolamento possiamo attribuire alla pallina quando comincia a rimbalzare sulle cellette prima dell'arresto, mentre il piatto le scorre sotto? In realtà non è possibile alcuna previsione o supposizione, ma solo una catalogazione diretta, quasi una sperimentazione monte carlo. Ma sempre per il discorso di cui sopra, almeno la metà dei lanci osservati restano circoscritti a due settori al massimo dopo il punto di caduta, una chance fisica.

    Quando dici che durante le tue prove lanciavi da un segno e sempre in corrispondenza dello zero senza notare alcuna ripetitività significativa, dici esattamente questo. Se invece tu avessi la possibilità di rifare quegli stessi esperimenti, circoscrivendo ogni singola azione in settori, anche per il punto di correzione, potresti metterlo in relazione al punto di caduta ottenendo ripetitività diverse. Sulla quantità dei giri della pallina potrei scommettere qualunque cifra. Ogni Croupier lancerà per il 99% in valori compresi fra 8 e 13 giri. E in questo caso specifico parliamo di valori assolutamente precisi, prestabiliti e fissi. Per ciò che concerne il piatto invece, come ho detto, il discorso è un po’ diverso, perché gioca un ruolo fondamentale anche il punto esatto che impatta. Io non tento indovinare ogni volta il settore che si presenterà alla pallina in fase di caduta, non ci penso neanche, né tento di prevedere. Il mio è un gioco di confronto, di differenza rispetto a quello precedente, e a quello precedente ancora. Nei limiti del possibile si aggiusta da sé a mano a mano che i lanci si susseguono, perché vado ad aggiungere chiarezza dagli effetti che si manifestano nel settore di correzione. Non si basa né su medie, né su numeri singoli usciti in precedenza, ma utilizzo un lancio-tipo che come modello, nei confronti del quale applico le differenze che arrivano dalle due fasi di lancio-correzione.


    X Costanzo,
    Apprezzo il tuo spirito e la sperimentazione che stai effettuando direttamente. Mi piacerebbe conoscere le tue impressioni e che le postassi anche alla luce degli argomenti trattati sino ad ora in questo topic.

    Saluti,
    Lupin.
     
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  3. Marco1
     
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    Lupin in genere per mano del croupier si intende si una serie di rapporti, ma che in ultimo generano delle distanze ripetitive. Si può ottenere una distanza simile sia facendo due lanci ripetendo più o meno la stessa forza impartita alla pallina e rotore, come lanciando in maniera diversa ma con la sommatoria che da lo stesso effetto, lancio più forte della pallina e più piano il rotore e alla fine la distanza risulta simile.

    Ma le mie osservazioni sulle distanze reali ( numero del rotore che transita al momento del lancio con l’inizio del corridoio di discesa) non sono positive, mentre secondo Konrad le sue osservazioni mostrano una riproducibilità utilizzabile. Ora, sia io che penso anche Konrad, abbiamo osservato un bel numero di lanci sia personali che con diversi croupier prima di farci un idea, e il fatto che siamo arrivati a due conclusioni opposte per me significa senza ombra di dubbio che la mano del croupier non è utilizzabile, altrimenti il fenomeno sarebbe ripetitivo per tutti gli osservatori.


    Si corre il rischio di valutazioni casuali ad esito positivo, come accade talvolta (anche se raramente) per taluni sistemi a massa pari . Io ho un sistema che è rimasto in vincita per 4000 bolues giocate, utilizzando settori di 9 numeri a massa pari, con rese medie del 20%, prima di iniziare il ritorno distributivo.
    Era un test, ma se fossero state 4000 boule giocate a fronte del triplo viste, me ne sarei reso conto dopo anni di casinò.

    La differenza sostanziale di cui mi sono reso conto con le prove con una roulette e i relativi filmati è di come ci si sposta nel campo della certezza del risultato, sia nel bene che nel male, rispetto all’incertezza delle osservazioni al casinò.

    Al casinò, accantonate le distanze, ero arrivato a considerare anche un approccio del tipo “mappatura” a zona, senza considerare i giri totali del piatto e pallina, ma considerandoli come se ambedue facessero un solo spostamento, considerando i punti di discesa della pallina sullo statore rispetto a quello di partenza, prendendo poi la zona più ripetitiva, e lo spostamento del rotore dal momento del lancio ( dal numero che transita sotto il lancio) a quello dell’inizio discesa pallina, e utilizzando lo spostamento più ripetitivo. Questo approccio mi aveva dato dei risultati positivi per un certo tempo, ma poi rientrati, chiaramente erano del tutto casuali, davano la risultanza di un lancio tipo medio, ma non tenevano conto che ogni lancio è nuovo, con un’applicazione di forze in “sommatoria” sempre differenti.

    Con il metodo esposto da konrad e anche il tuo ho la sensazione di essere sul filo della casualità.

    Mi spiego meglio, quando lanci a rotore fermo, ti rendi conto di come la misura cronometrica ( o con il conto dei fotogrammi se l’otturatore è a 1/100) già dei primi tre giri, ti possa dare esattamente il punto futuro di discesa della pallina, e con una deviazione accettabile,la casella di fermata. Hai la prova matematica inconfutabile di come la misura sia una certezza, spazzando tutti i dubbi.

    Questo vale anche per il rotore, dove si riesce anche ad avere ( sempre misurando) un’idea media dello spostamento che avrà la pallina una volta urtata , in base alla velocità rotazionale del rotore. Purtroppo tutto questo ci porta nel campo di una misura cronometrica e di un palmare con un foglio excel, cosa che ho sempre escluso ed aborrito.

    Secondo me la valutazione visiva dovrebbe essere un insieme di una misura cronometrica ( al casinò è ammesso avere un cronometro da polso), che si integra con le posizioni rilevate visivamente.

    Tutto solo “visivo” mi da la sensazione di restare nel campo aleatorio, ma è solo una mia opinione chi ottiene risultati positivi è bene che continui con quella strada.

    Esiste un metodo visivo Scott e uno Arslanian, ma non li conosco, anzi se qualcuno li conosce e vuole spiegarli sarei curioso.

    Marco
     
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    Stavo facendo una ricerca su google e mi è comparsa questa vecchia discussione, la riporto su perché mi sembra MOLTO interessante
     
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  5. shadee
     
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    Ho letto .... piacevole il ritorno al passato.
    Grande lupin e grande Marco!
     
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    In qualche passaggio si legge qualche similitudine con le teorie di PP
     
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50 replies since 21/6/2006, 08:23   5262 views
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