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Marco1.
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Se Marigny avesse avuto ragione sarebbe vera l’utopia delle utopie, la vittoria continua a massa pari ovvero il creare dal nulla, l’atto divino della creazione perpetrato alla roulette, piuttosto blasfemo ma sarebbe così.
Se non esistesse la tassa il risultato del gioco Marignano sarebbe lo zero perfetto, proprio in virtù del fatto che energie uguali e contrapposte non possono che generare un risultato di parità. Ma dato che esiste la tassa il risultato non può che essere la perdita in un gioco professionistico, ovvero continuativo
Il credere che si possa intervenire in un momento in cui l’energia è sbilanciata ed è in procinto di ribilanciarsi è un atto divinatorio, significa conoscere il futuro, e cioè la sommatoria delle energie globali, dato che un qualsiasi sbilanciamento può essere considerato tale solo conoscendo la misura nel suo intero e quindi futura.
L’utopia è dunque nel pensare di poter entrare in gioco in un punto a noi noto della gaussiana di distribuzione, invece non sappiamo assolutamente in quale punto andremo a cadere, qualsiasi siano le osservazioni precedenti, altrimenti conosceremmo il sigma in partenza, e sarebbero possibili ben altri giochi con ben altri guadagni.
Se Marigny fosse contemporaneo non avrebbe scritto un rigo di quello che ha scritto ( e noi avremmo perso qualcosa di interessante) perché i mezzi per effettuare delle proiezioni statistiche esistono solo adesso, la carta e penna è valida giusto per la statistica di spesa settimanale al supermercato.
Per cui non facciamo una colpa al Marigny per le bellissime cose ( ma inesatte ) che ha scritto, anzi siamoli grati perché certi studi possono contenere spunti interessanti per idee completamente diverse.
Marco
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